Intervista a Sara.
di Angelo De Filippo.
Ricordate Sara la ragazza che incise due singoli della Numero Uno con ben tre brani della coppia Mogol-Battisti? L’abbiamo ritrovata in rete ed è subito scattata l’intervista per il nostro sito.
Salve Sara, benvenuta sul nostro sito.
OK! Si parte! Ringrazio in anticipo per l’opportunità di parlare di Lucio.
Come sei arrivata alla Numero Uno?
A 18 anni mentre partecipavo con Tony Renis al “Festival della canzone Latina nel Mondo” a Città del Messico ho conosciuto un produttore milanese, Aldo Pagani. Al rientro in Italia mi ha fatto registrare dei provini da portare in giro per le case discografiche. Dopo una settimana sono stata contattata dalla MCA Records [la stessa casa discografica dei Lynyrd Skynyrd NdR], mi hanno fatto un servizio fotografico e, quando stavo per partire per gli Stati Uniti, Pagani ha incontrato Battisti alla Numero Uno. Mentre parlavano di altri artisti Lucio ha intravisto una mia foto e ha voluto ascoltare il provino, Pagani gli ha detto che ero già impegnata con la MCA ma lui ha risposto:«Ma quale MCA?! Portami questa ragazza domani che farà parte della Numero Uno»
E così è stato.
Il primo singolo è “Uomini / Perché dovrei” del 1970, entrambi i lati firmati da Mogol/Battisti, impresa riuscita a pochissimi altri artisti.
Lucio mi ha fatto ascoltare le canzoni, me le ha fatte cantare e mi ha detto estasiato: «Finalmente, ho aspettato tanto ma ti ho trovata!». Ha aggiunto che che sarebbe diventato il mio produttore e così fu.
I brani “Uomini”, “Perché dovrei” e “Io mamma” sono stati scritti e musicati da Lucio Battisti e basta! Il Signor Mogol con noi non c’entrava un bel niente.
Per il secondo singolo bisogna aspettare il 1972 per “Io mamma/ Ti perdono“.
Stavolta il duo è presente solo sul lato A, ma ai cori e alla chitarra c’é Battisti.
“Ti perdono” era di Dattoli una persona fantastica, umile, un grande. Di lui ho un bellissimo ricordo.
Raccontaci della Banda Magnetica (o anche Elastic Band su altri dischi Numero Uno).
La Banda Magnetica non era un vero e proprio gruppo, era formata da vari musicisti che di volta in volta suonavano nei brani. Ad esempio, nel brano “Uomini”, lo pseudonimo Banda Magnetica nasconde la P.F.M. In seguito, ho usato quel nome per il gruppo che mi accompagnava nelle serate.
A proposito di nomi, mi chiamo Liviana Borsarini, è stato Lucio a darmi il nome d’arte, mi disse: «Wow L.B.!» Poi mi chiamò Sara e da quel giorno è diventato il mio nome.
Ricordiamo tutti un famoso servizio fotografico con Battisti in quello che sembra essere un parco, cosa ricordi di quel giorno?
Il servizio fotografico, che giornata indimenticabile! Lucio era felicissimo, mi prendeva le mani, mi faceva ballare, mi mise la sua giacca… Questa esperienza l’ho vissuta senza rendermi conto. Ero così timida, una ragazza di campagna e Lucio mi ha voluta per questo, non ero “contaminata”, ero e sono rimasta così.
Puoi definire il tuo rapporto con Battisti?
Tra di noi c’era molto rispetto.
Che clima si respirava alla Numero Uno?
Mogol si mise in mezzo, mi odiava e non gli andava bene niente di quello che facevo con Lucio. Cominciò a litigare anche con lui, l’aria si era fatta pesante – e visto che non successe niente e mi fecero poca promozione – presi la mia valigia e tornai a Bologna.
Come definiresti Lucio Battisti musicalmente?
Era un genio, un istrione. In sala di incisione suonava tutto, la sua anima la si respirava ovunque e in quell’anima mi ha voluta, facendomi partecipare ad alcuni suoi capolavori come “Sognando e risognando”, “Il mio canto libero” e altri dal 1970 al 1973.
Battisti ti ha anche fatto sentire altri brani oltre quelli incisi da te ufficialmente? Gira voce di un brano intitolato ”Addio mamma, addio papà”.
No, niente più, solo quelli incisi.
Dopo l’esperienza alla Numero Uno hai continuato la tua carriera artistica?
Durante l’esperienza alla Numero Uno ho anche partecipato al brano della Formula Tre “Perché perché ti amo” e al Festival di San Remo 1972 nei cori di “Jesahel” con i Delirium di Fossati.
Quando tornai alla mia bella Bologna, entrai subito nel gruppo dei Tomstones e partecipammo al Festivalbar 1977 con “Maledentro”. Un altro brano, “Angie Baby”, fu prodotto da Drupi. Facemmo una tournée con Tony Esposito e il grande Brian Auger, poi, l’orgoglio più grande, fu la tournée con gli AREA a mio parere il gruppo più all’avanguardia. Fu un’esperienza unica.
In seguito ho continuato con la mia passione per il Blues, il Soul ed il R&B.
Se potessi tornare con la macchina del tempo in quel periodo musicale quali sono le cose che rifaresti e quelle che scarteresti a priori?
Di quel periodo rifarei tutto, magari non incontrerei volentieri Mogol e qualche altro dello staff della Numero Uno.
Ci racconti un aneddoto riguardante Battisti?
Eravamo alla Numero Uno per la promozione e l’uscita di “Emozioni” e “Perché dovrei”. I giornalisti presenti, naturalmente, volevano parlare di Lucio ma, lui, li zittì facendo ascoltare subito il brano che avevo interpretato e parlò di come aveva creato il suo “capolavoro” (che ero io). Questi ed altri episodi sono e rimarranno scolpite nella mia memoria.
L’hai più incontrato/sentito?
Dopo la mia partenza abbiamo perso i contatti, ho sentito di nuovo parlare di lui il giorno della sua morte, che coincise stranamente con il mio compleanno.
Secondo te cosa ha dato alla musica italiana?
Ancora per molto tempo raccoglieremo i suoi frutti, era troppo avanti ci ha lasciato dei CAPOLAVORI che rimarranno nella Storia.
Vi ringrazio ancora e approfitto per farvi gli auguri di una serena Pasqua.
Auguri a te Sara e auguri a tutti gli amici del sito.