Lucio Battisti – Il suo canto libero

Venerdì, 9 gennaio 2004
RAI 3

Condotto e curato da Giancarlo Governi, inserito nel ciclo televisivo Ritratti. Non molto dettagliata, a dispetto della lunghezza, la parte relativa agli esordi e alla collaborazione con Mogol (ci sono alcuni errori evidenti, come la svista sulla prima partecipazione a Sanremo come autore e l’attribuzione a Mogol-Battisti di Ballerina ballerina di Patty Pravo); più attento rispetto ad altri programmi lo sguardo su E già e sui “dischi bianchi” scritti con Panella.

  • Introduzione di Giancarlo Governi: «Battisti ha lasciato un segno profondo nella canzone italiana, di cui riassume la storia, tra gli anni ’60 e ’70, in cui satura le classifiche;i suoi dischi sono ascoltati da tutti anche in un periodo di profonde tensioni sociali»;
  • Fiori rosa fiori di pesco al Festivalbar 1970: solo pochi anni prima Battisti era soltanto autore di brani musicalmente beat, come Se rimani con me per i Dik Dik (su testo di Roby Matano, che non firmò perché non era iscritto alla Siae);
  • Arriva Mogol: escono brani come 29 settembre per l’Equipe 84, lanciata anche da Bandiera Gialla; Renzo Arbore ricorda quando Gianni Boncompagni convinse Lucio a cantare in radio i suoi pezzi incisi da altri;
  • Per una lira a Speciale per voi da Arbore; mentre esordisce come cantante, Battisti continua ad affidare propri brani ad interpreti (Il vento – Dik Dik)
  • La farfalla impazzita: nel 1968 porta Lucio a Sanremo come autore per Paul Anka e Johnny Dorelli (Governi: «La canzone è mediocre, ma esecuzioni come queste fanno sparire del tutto lo stile e lo spirito di Battisti»); nell’estate dello stesso anno l’artista si fa conoscere al Cantagiro grazie a Balla Linda;
  • Aumentano gli interpreti che incidono canzoni di Lucio, tra loro Patty Pravo (si ascolta Ballerina ballerina, che però non è di Battisti);
  • Letture “psicologiche” alle prime apparizioni televisive di Battisti; la sua musica? «Un rythm ‘n’ blues spruzzato di Beatles e una costruzione ardita che rompe con la tradizione italiana»;
  • Le origini di Lucio a Poggio Bustone; i capelli di Battisti (a Speciale per voi) e la parodia di Alighiero Noschese; l’arrivo a Roma e l’abilità con la chitarra (introduzione di Eppur mi son scordato di te, a Teatro 10);
  • La militanza nei vari gruppi, fino alla conoscenza di Christine Leroux, che lo presentò a Mogol; canzoni sgorgano in modo naturale ed originale, anche sperimentale (è il caso di Pensieri e parole, con il filmato di Teatro 10 e l’ironia di Walter Chiari sul «campo di grano»);
  • Mogol, in bilico tra la tradizione italiana e «Linea Verde», con Lucio dà il meglio di sé, anche se forse non tutti i testi sono capolavori (come ricorda Nanni Moretti in Bianca); Arbore ricorda la scelta di Acqua azzurra acqua chiara (prima al Festivalbar 1969) come lato A, a scapito di Dieci ragazze;
  • Non è Francesca; Michele Serra (citazione): «Anche chi sapeva a memoria Contessa e Bocca di rosa, cantava e suonava Battisti e comprava i suoi dischi»;
  • Un’avventura cantata a Sanremo 1969 da Wilson Pickett; Battisti parla a Speciale per voi dell’accoglienza riservatagli dal pubblico di Sanremo;
  • Investitura “ufficiale” di autore di grande successo grazie a Mina, che canta i suoi brani e fa con lui lo storico duetto tv di Teatro 10 (si ascoltano Il tempo di morire ed Eppur mi son scordato di te);
  • Le canzoni di Battisti esplorano solo il privato; unica “concessione” all’impegno l’aver interpretato a Tutti insieme il brano Let the sunshine in, tratto dalla colonna sonora di Hair (esaltazione del mondo hippy); dissertazione sul «cantante impegnato» a Speciale per voi;
  • Altri successi per vari artisti: Il paradiso per Patty Pravo, Amore caro amore bello per Bruno Lauzi
  • Lucio Battisti: «fenomeno di professionalità»;
  • Ancora tu; Mogol parla a Gianni Boncompagni della loro “avventura americana” (video di Keep on cruisin’ alla tv francese); Arbore spiega l’originalità “molto italiana” di Battisti, poco comprensibile per gli americani;
  • Il mio canto libero (mentre scorrono le copertine degli album); il rapporto con Mogol entra in crisi e nel 1982 esce E già, coi testi di Velezia (si ascolta Scrivi il tuo nome). È una svolta, coi suoni elettronici in evidenza a segnare lo stacco rispetto alla “macchina di successi” della collaborazione con Mogol (che Battisti sembra aver subito);
  • Esce Don Giovanni e inizia il rapporto con Pasquale Panella (va in onda Equivoci amici): «Armonie elettroacustiche e grandi melodie» secondo alcuni, «celebrazione della propria definitiva scomparsa» secondo altri; Panella come «geniale enigmista, per cui la canzone è un’oscura sciarada, un surreale gioco di specchi» (si ascolta Hegel, col video ufficiale); Arbore: «Altra fase di Lucio, forse per lui salutare perché fu un periodo interessante, originale e non una decadenza del passato»;
  • Chiusura con I giardini di marzo a Teatro 10.