Matrix – «Cavalcarono insieme»

Venerdì, 5 settembre 2008
Canale 5

Puntata speciale del programma di Enrico Mentana, interamente dedicata all’analisi della collaborazione artistica tra Mogol e Lucio, a dieci anni dalla sua scomparsa. Mogol è presente in studio, mentre da Modena è collegato il giornalista (e battitore libero della musica) Edmondo Berselli; i dialoghi con Mentana sono intervallati dai filmati dei brani più famosi (tutto materiale già noto, proveniente dalle teche Rai o da emittenti straniere).

  • Presentazione di Enrico Mentana: «Raccontiamo la storia di un sodalizio umano ed artistico straordinario, che probabilmente ha pochi paragoni possibili, anche al di fuori della musica»;
  • Mogol, in studio: «Oltre dieci anni di lavoro insieme, sempre ad occuparci io solo dei testi e lui solo della musica, per la reciproca considerazione che avevamo»;
  • Immagini della cavalcata Milano-Roma riprese da Mario Tessuto (e ricordi del viaggio di Mogol);
  • Il duetto Mina-Battisti a Teatro 10 (mostrato per intero con scambio di battute tra i due); Mogol: «Battisti era sempre sé stesso, in famiglia come in Tv»; se il duetto fosse riproposto oggi, Lucio canterebbe nello stesso modo e Mina canterebbe ancora meglio di allora»;
  • Edmondo Berselli, da Modena: «Mina fa spettacolo, Battisti cerca soprattutto di fare musica, per tutto questo gli spettatori si emozionano»; Mogol: «Mina chiese di cambiare il testo di Il mio canto libero e non le piacque Ancora tu»;
  • Balla Linda al Cantagiro 1968; sul lato A c’era Prigioniero del mondo (Mogol: «Battisti apprezzava molto Carlo Donida Labati come autore, facevano parte delle stesse edizioni e si frequentavano»). Berselli: «Su Ciao Amici uscì Per una lira dei Ribelli e per la prima volta fu indicato l’autore, segno che c’era una scommessa su Battisti»;
  • Berselli: «I pezzi di battisti erano un pezzo di America e Inghiterra interpretata in modo originale, alla luce della grande melodia italiana; non a caso, a rinnovare davvero la musica di quel periodo furono Lucio e Modugno, considerati dei “non cantanti” da critici e colleghi». Mogol: «Per verificare l’efficacia della melodia provavamo a cantarla in napoletano, la radice partenopea di Lucio si vede anche da qui»;
  • Un’avventura a Sanremo nel 1969. Mogol: «Battisti anche a Sanremo era naturale, calmo, sicuro, non aveva bisogno di consigli»; montaggio di persone che cantano Non è Francesca (lato B del brano sanremese). Berselli: «Il coretto delle 4+4 di Nora Orlandi, il foulard, il braccio roteato durante Un’avventura sono commoventi dal punto di vista sociologico e denotano una straordinaria capacità spontanea di costruirsi come personaggio»;
  • Acqua azzurra acqua chiara. Mogol: «Uscivamo con molti dischi, all’epoca la promozione era legata anche ad un criterio meritocratico con l’entusiasmo dei dj a trasmettere le cose migliori».
  • Mi ritorni in mente (secondo molti il brano migliore). Berselli: «I brani di allora sono oggetti musicali ad un tempo colti – per la maggiore consapevolezza musicale e capacità tecnica rispetto alla musica di allora – e popolari, per la loro capacità di arrivare al cuore ed emozionare»;
  • Mogol: «Battisti, secondo il nostro rituale, arrivava da me quando aveva finito tutte le musiche dell’album, poi ogni giorno componevo di getto un testo e la mattina dopo sapeva il pezzo a memoria». Berselli: «Ho sempre apprezzato in Battisti il suo essere un artigiano che lavora con molta cura alle sue creazioni e le sue interpretazioni»;
  • Il tempo di morire a Speciale per voi. Mogol: «Battisti, sulla scorta di Dylan, aveva capito che più che cantare era importante comunicare ed essere credibili»; la sparizione dalle scene di Lucio, prima suggerita da Mogol e poi meditata personalmente;
  • Il rapporto tra Battisti e la politica nelle parole di Mogol e Berselli; Mogol: «Lucio parlava soprattutto di musica con me, ascoltava molto Gabriel, i Led Zeppelin, i Beatles, sapeva tutto dei dischi internazionali»; Fiori rosa fiori di pesco a Speciale per voi;
  • Pensieri e parole da Tutti insieme: Mogol e Berselli ricordano la dinamica della canzone e del video di Teatro 10 col “doppio” Battisti (Berselli suppone che la seconda voce della versione di Tutti insieme fosse Lallo dei Dik Dik e aggiunge: «La canzone era ambiziosa e il pubblico alla lunga l’ha riconosciuta»);
  • Dio mio no (strumentale) e La canzone del sole. Berselli: «Non ho mai capito perché Battisti suona la chitarra in Sol, mentre il pezzo è in La». Mogol: «Lucio era un bravo chitarrista, ma soprattutto era bravo nel far vibrare la chitarra come una voce»;
  • I giardini di marzo alla tv tedesca;
  • Il mio canto libero alla tv francese: Mogol ricorda la genesi della copertina del disco e del testo;
  • Mogol: «Di Lucio ricordo sempre il suo sorriso, che aveva persino quando gli dissi che le sue prime canzoni non mi piacevano, e la sua ironia»; Berselli: «Quando Battisti sorride cantando, ascoltando sé e il pubblico, esprime molto fascino»;
  • Dieci ragazze cantata da gente comune; Mogol: «Il pezzo più apprezzato e ricercato dagli artisti è Anche per te».